Gutenberg, i retroscena di un’intuizione

By 2 Dicembre 2016Focus

Un’intuizione, un successo, una truffa hanno caratterizzato la nascita della stampa a caratteri mobili: un articolo sul Foglio racconta come fu un impresario a finanziare Johannes Gutenberg «nell’invenzione della stampa a caratteri mobili, un orafo di Magonza che prestò a Gutenberg una somma esorbitante con un interesse del 6 per cento, a patto che l’inventore prendesse il suo figlio adottivo come apprendista. Dopo il primo finanziamento, l’orafo fece altri prestiti a Gutenberg, e questi soldi consentirono la creazione della magnifica Bibbia di Magonza».

Storia a lieto fine per generazioni di lettori, ma non per il tipografo: infatti «dopo qualche anno, visto che Gutenberg non restituiva le somme prestate, l’orafo intentò una causa contro il suo debitore, la vinse e fece confiscare tutte le macchine per la stampa».

Se c’è un minimo di giustizia umana in tutto questo, probabilmente sta nel fatto che cinque secoli dopo ricordiamo il nome di Gutenberg e non quello del suo malfidato finanziatore (per la cronaca, si chiamava Fust).

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