Preoccupazione, negli ambienti internazionali, per la situazione dell’Uzbekistan dopo la morte del presidente Karimov, rimasto saldamente in sella dalla caduta dell’impero sovietico a oggi: in questo quarto di secolo il Paese, impaurito dall’avanzata dell’integralismo islamico, ha man mano limitato la libertà religiosa, consentendo lo svolgimento di incontri pubblici solo dietro autorizzazione governativa; inoltre il cristianesimo, riferisce MNN, “è considerato un corpo estraneo e un fattore di destabilizzazione”, motivo per il quale i neoconvertiti dall’islam subiscono pressioni non indifferenti.
È dedicata al tema anche l’ultima newsletter di Porte aperte